Quasi quasi era meglio Salvini. Pietro Currò, segretario regionale in Sicilia del PRI, da sempre in prima fila contro l’emergenza immigrazione, non lo dice in maniera esplicita, ma quella è la sostanza. È un problema, serio, di ordine sociale, economico e ultimamente persino sanitario. Come annota Donatella Papi ne l’Opinione delle Libertà di oggi: «I “corsari della illegalità e del disordine pubblico” ce l’hanno fatta a trasformare l’Italia nel porto franco dei clandestini. “Fratelli tutti”, ma secondo la loro concezione fallimentare vetero-marxista.
Con queste norme il nostro Paese cambia vocazione e si qualifica come il più grande campo profughi aperto a chiunque e la struttura dello Stato assume il profilo inequivocabile dell’accoglienza e dell’integrazione indiscriminate. Chiunque viene, con qualunque mezzo e modo, potrà trovare accoglienza e circolazione, oltre a privilegi di ogni tipo. Le politiche sulla tutela degli italiani e le norme rigide dell’era Salvini sono state polverizzate, approfittando del processo a Catania per la Gregoretti e nonostante che i magistrati abbiano richiesto l’archiviazione».
«Si fa l’abitudine a tutto, anche al continuo peggioramento di ciò che già era ai limiti della sopportazione» (John Maxwell Coetzee)
E la Papi va nel dettaglio: «Le norme “insicurezza” hanno eliminato le multe milionarie alle navi Ong e la confisca, al loro posto sanzioni ridicole per gli attivisti che non si coordinano con le autorità marittime dei Paesi di bandiera e con quelle che intervengono durante i soccorsi.
Inoltre tutti i divieti tornano a essere di competenza del ministero delle Infrastrutture e non più del Viminale. La permanenza nei centri di accoglienza passa da 180 a 90 giorni, prorogabili di trenta. E i richiedenti asilo potranno iscriversi all’anagrafe per ottenere una carta d’identità valida per tre anni e convertire il permesso di soggiorno in permesso di lavoro.
Soprattutto è stata varata la “protezione speciale”, vuol dire che ai clandestini nessuno potrà più dire e fare nulla, perché sarà vietato respingerli ed espellerli. “Non sono ammessi il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani degradanti”. Basta che uno Stato sia riconosciuto tale da non rispettare i diritti umani, secondo questa compagine di estremisti rossi, che non saranno neppure valutabili espulsioni e respingimenti, le uniche misure su cui l’Europa si era dichiarata pronta a intervenire.
Nel decreto non c’è una parola sui controlli riguardanti il Covid-19 in piena emergenza nazionale e mondiale. Non c’è una parola sui profili di sicurezza per escludere di introdurre detenuti in fuga, soggetti a rischio e pericolosi. Non c’è una parola sui traffici degli scafisti di esseri umani, di armi e di droga. E non c’è una parola sulle regole che gli stranieri devono rispettare. Nulla sul divieto di fuga, di bivacco, di spaccio, di prostituzione, di furti e di violenza. L’unica cosa chiara è che dovremmo tenerceli a tutti i costi e mantenerli in tutto, perché è una favola».