«Noi no. Noi votiamo no al taglio del parlamentari, e tu?» È il tema di un incontro che si svolgerà il prossimo 7 marzo a Messina, presso il Salone dell’Hotel Royal alle 10. Un incontro organizzato da NoiNO, ANPI Messina, Volt Messina, Democrazia Liberale e Partito Repubblicano Italiano. Interverranno Alfredo Mangano (Volt Messina), Enzo Palumbo (NoiNO Messina), Anni Shehu (Volt Italia), Federico Martino (Anzi Messina), Andrea Pruiti Ciarello (NoiNO Italia), Pippo Rao (Democrazia Liberale) e Gaetano Silvestri, Presidente emerito della Corte Costituzionale.
Ma perché al Referendum è così importante votare No? Vediamo di capirlo in 13 ragioni.
- Oggi siamo 20 milioni in più rispetto al 1949 e con il taglio quasi dimezziamo il numero dei parlamentari stabiliti dai Padri Costituenti
- La politica finirà per essere gestita da un’oligarchia. Le decisioni al Senato saranno adottate da ‘mini’ commissioni di 10 Senatori che potranno deliberare con una maggioranza di soli 4 senatori
- Con un Senato ridotto a 200 componenti, le liste che vedranno attribuirsi i seggi saranno solo quelle più votate (sopra il 15% circa dei voti), lasciando parecchie liste fuori da Palazzo Madama.
- Gli italiani eleggeranno sul territorio nazionale solo 392 deputati e 196 senatori
- I governi saranno sempre più spesso sostenuti grazie ai voti necessari dei Senatori a vita
- Il voto di fiducia è approvato a maggioranza relativa. La fiducia potrà essere votata da un numero talmente ridotto da essere assimilabile a quello di un condominio delle grandi città
- Con la riduzione dei parlamentari basterà in prima lettura il voto di pochi deputati e senatori per cambiare la Costituzione. La nostra Costituzione sarà alla mercé di un gruppo oligarchico gestito dalle segreterie di partito.
- L’Italia sarà il Paese europeo col minor numero di rappresentanti. Il popolo italiano sarà seriamente sottorappresentato all’interno delle Istituzioni parlamentari
- La riduzione dei collegi compromette l’omogeneità della popolazione elettorale e riduce la rappresentatività delle minoranze linguistiche. Inoltre, aumenta la discrezionalità nel disegno dei nuovi perimetri dei collegi, che potrebbe sfavorire il diritto di rappresentanza delle coalizioni minori
- L’elevata spesa parlamentare italiana non dipende dal numero di parlamentari, ma dal costo dei dipendenti che lavorano in Parlamento, molto più alto di quello degli altri Paesi
- Il taglia-poltrone anziché allineare il numero dei parlamentari italiani a quello del resto d’Europa, ne aggrava lo squilibrio. Con la riforma l’Italia precipita al 27° posto nella classifica relativa al numero dei parlamentari eletti ogni 100.000 abitanti, in penultima posizione prima della Germania
- La riforma vanifica lo scopo del quoziente nazionale (rapporto tra la popolazione totale e il numero di seggi totali), pregiudicando il principio di equità e acuendo le discriminazioni
- Con la riforma Fraccaro il numero dei collegi uninominali per circoscrizione si riduce, aumentandone così la popolazione media e producendo un divario superiore al 50% riguardo il numero di elettori nei collegi uninominali appartenenti ad una medesima circoscrizione.