La Costituzione della Repubblica prevede un Parlamento, un governo, un capo dello Stato. La legislatura ha una durata indicata, articolo 60, di 5 anni. L’articolo 60 vale quanto l’articolo 1 e sorregge tutta la parte seconda della Carta. Il sistema democratico italiano si fonda su questi tre pilastri in cui si esprime il potere popolare, volontariamente limitato dai costituenti. La nostra è una democrazia diretta, come è ovvio, la forma diretta della democrazia moderna è quella della rappresentanza, come nell’antichità era quella dell’assemblea di piazza, ma non è una democrazia pura, poiché vi sono leggi a cui il popolo è sottoposto, nella democrazia pura il potere popolare non ha limite alcuno. Le forze politiche, i partiti, sono riconosciuti all’interno di questo contesto costituzionale e sono chiamati a rispettarlo. Se parlamenti e governi entrano in crisi, si cerca per lo meno di evitare l’esito traumatico della crisi. Il Capo dello Stato ha il dovere di salvaguardare il quadro istituzionale a cui è preposto. Qualsiasi cittadino può essere intimamente convinto che in una situazione politica devastata, con un governo formato da partiti inetti, sia meglio azzerare tutto e votare. La Repubblica antepone alle convinzioni individuali, il rispetto per il dettato costituzionale, la Legge. Anche se la Lega nelle ultime elezioni Europee ha bissato i voti del partito di maggioranza relativa, ciò non toglie che il parlamento resti saldo fino alla prossima elezione politica, costituzionalmente fissata fra altri tre anni. È improprio sostenere che una soluzione che prescinde dalla Lega al governo sia contro il volere popolare, perchè Lega e 5 stelle non si erano presentati insieme alle elezioni e hanno composto il loro programma comune, come dovevano fare, in Parlamento. Se oggi emerge una convergenza programmatica fra altri soggetti capaci di ottenere la maggioranza della Camera e del Senato, il nuovo governo sarà altrettanto legittimo di quello precedente. Gli italiani valuteranno se è efficace o meno e non si preoccuperanno più di tanto del contenzioso storico, politico, ideale che lo precede. L’accordo fra 5 stelle e Pd assume però una differenza da quello fra 5 stelle e Lega. Il presidente del Consiglio incaricato ha una posizione molto più forte nell’attuale compagine di governo, e nessuno potrà più dargli del burattino. La sua persona è punto di riferimento politico nelle capitali occidentali dove le diffidenze nutrite verso Lega e 5 stelle erano comunque piuttosto forti. Se non possiamo valutare con certezza il gradimento di Conte presso gli italiani, è evidente quello dei governi a cui l’Italia è legata da accordi di alleanza. L’Italia è una nazione sovrana ma non può essere autarchica. La sovranità italiana rientra nei confini dalle relazioni con gli Stati uniti d’America e la comunità europea. L’onorevole Salvini, merita una parola. Egli ha mostrato una corretta sensibilità nei confronti del caso venezuelano, ma non ha compreso che un’Italia in polemica con la Ue e simpatizzante della Russia, mette in difficoltà gli Usa. Per gli Usa l’Italia ha un interesse strategico all’interno dell’Unione europea ed i rapporti con i russi desiderano stabilirli a Washington, non certo a Roma o altrove, Questo vale per Trump, come valeva per Kennedy e Nixon. Sotto questo profilo il nuovo governo ha almeno un punto a suo favore, quello di non indispettire da subito i partner internazionali. Poi si valuterà. Le urne sono sempre lì ad attenderci, ma non sono mai state la soluzione di una crisi, solo il suo precipizio.
Controindicazioni formali alla crisi di governo
